Buonanotte del 11 ottobre 2012

La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte.

Isabel Allende

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  1. Buonanotte del 11 ottobre

    La vecchia le porge un abito bianco di lana morbida, indossalo, dice, vieni vicino alla stufa. Mara sente le vecchie mani che si posano sulle sue spalle curve e indolenzite
    scendono fino ai polsi con un movimento rapido e brusco portando via miracolosamente le contrazioni del collo, le rigidità della schiena che l'hanno tormentata per tutto il cammino. Perché, vorrebbe chiedere, ma tace, si fida, sente che può fidarsi di questa vecchia così somigliante alla nonna Margherita che allevava le mucche vendeva il latte e conosceva bene la vita.
    Infila l'abito di lana soffice e caldo ha la sensazione di respirare meglio, più a fondo, il torace si apre l'aria scende fino ai piedi e poi risale alle cavità della testa le riempie per uscire in un fiato silenzioso, sente di espandersi di allargarsi di diventare più ampia più dritta più viva.
    Non si rifiuta di seguire la vecchia quando le dice andiamo al lago vieni qui sta vivendo qualcosa di prodigioso non si accorge nemmeno di essere scalza e camminare sul tappeto d'erba umida fuori nel sole.
    Sulla riva c'è una piccola barca e un remo sali e raggiungi lo scoglio in mezzo all'acqua non aver paura. Mara trema un po' si fida della vecchia fa quello che lei le dice di fare sente che è la sua stessa volontà che lo desidera che la spinge a sollevarsi sulla barchetta vuole arrivare allo scoglio in mezzo al lago rema con abilità sulla superficie calma e verde qualche nuvola bianca l'accompagna nel viaggio il sole splende le montagne vigilano il cane è sulla riva che la guarda mentre si allontana. L'acqua trasparente lascia intravedere nella sua profondità una traccia chiara una forma che giace distesa sul fondo sembra una bambina con gli occhi aperti c'è una bambina nell'acqua grida verso la vecchia e il grido è come il pigolio di un uccellino che si perde in quello spazio immenso. Tuffati e riportala su risponde la donna. Immergermi in queste acque fredde profonde non posso che cosa troverò laggiù che cosa mi capiterà. Gli occhi spalancati della bambina la guardano fiduciosi aspettano di rivedere il sole aspettano le sue braccia calde per riposare. Mara si tuffa, l'impatto col freddo è attutito dall'abito che sembra impermeabile nuota con destrezza si fa largo con lunghe bracciate nell'acqua pesante raggiunge il fondo afferra la bambina che non è una bambina ma una bambola di gomma vestita di azzurro, è la sua prima bambola, Bella si chiamava, la prima bambola che aveva ricevuto in regalo quando aveva quattro anni. Risale sulla barca col suo trofeo felice di aver recuperato Bella, sì valeva la pena gettarsi nell'acqua gelida per ritrovare un tesoro così grande, un ricordo così prezioso.
    Ricomincia da questa piccola bambina dice la vecchia prendi il tempo che ti serve, non buttare via niente, nemmeno il passato. Difendi la tua arte e la tua vita, lasciale crescere, proteggile.

    Nella baita il tempo scorre lentamente. Il sole lascia il posto alle nuvole e alla pioggia. Ci sono giorni che le acque del lago sono increspate dal vento ghiacciato che scende dalle montagne, le rocce diventano grigie e viola. Il freddo si avvicina.
    La poesia riscalda.
    Fine

    Buona Notte a Te, Caro Silva.
    Grazie per lo spazio caldo e propizio che mi hai concesso nella tua casa. :)

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