Caro Pavese...

Fra sole donne è un romanzo che ho subito deciso che non mi sarebbe piaciuto. Sono ancora di tale opinione sebbene l’abbia letto con grande interesse e divertimento.
Ho deciso che è un viaggio di Gulliver, un viaggio tra le donne, o meglio tra strani esseri tra la donna e il cavallo; è una specie di viaggio nel paese degli Houyhnhnm, i cavalli di Swift, cavalli con impreviste somiglianze umane, orribilmente schifosi come tutti i popoli incontrati da Gulliver. E’ un certo modo nuovo di vedere le donne, e di trarne vendetta allegra o triste. E la cosa che scombussola di più è quella della donna-cavallo pelosa, con la voce cavernosa e l’alito che sa di pipa, che parla in prima persona e fin da principio si capisce che sei tu con la parrucca e i seni finti che dici: “Ecco, una donna sul serio dovrebbe essere così”. La frase più femminile detta dai sullodati cavalli è quella del “cazzo”, parola che nella struttura della pagina ha l’identico peso di quand’è pronunziata da labbra di dama.

Italo Calvino, Lettere 1940-1985

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