Pagine...

All'alba fa freddo sopra i duemila metri, anche d'estate. Mara si ferma per riprendere fiato e avvolgere la testa nella sciarpa di lana che la protegge dal vento pungente. Alza lo sguardo verso gli abeti scuri ancora lontani e ricomincia a salire. I pensieri si disperdono, un branco di cornacchie che finalmente tacciono, mentre il corpo parla al ritmo dei passi e del cuore che batte nel petto.
Il sentiero procede serpeggiando sul prato dove il verde brillante a tratti combacia col blu genziana del cielo. Qua e là sull'erba affiorano scaglie di rocce dove la sassifraga ha piantato radici tenaci e fiorisce di un pallido rosa. Sui versanti scoscesi, le macchie di rododendro si accendono di rosso man mano che il sole le raggiunge. Nuvole bianche si sporgono dagli orli seghettati dei monti gonfiate dal vento.

Al margine del bosco una figura nera attende.

Pagine e pagine perdute chissà dove, nascoste, strappate, bruciate perché nessuno potesse trovarle e leggerle. Scritte per coltivare un piccolo giardino, per dare voce a una corrente sotterranea che premeva alle porte della chiusa. Erano vita. Erano sostanza,aria, acqua, fuoco, terra fertile. Ormai non esistono più. Non erano abbastanza belle, abbastanza intelligenti, abbastanza originali...non erano abbastanza. Una perdita di tempo che distoglieva dalle cose importanti, concrete, logiche.
Una mano le stringe la gola, la fatica della salita la soffoca. Non ha più forza ed è costretta a fermarsi. La figura nera è ancora là, in lontananza appare quasi familiare.

Mara si inerpica sulla montagna, nonostante l'affanno e la spossatezza che da tempo le pesano sulla spalle, per rispondere a una chiamata. Una notte le era apparsa in sogno una nuvola a forma di uccello con le ali spiegate che puntava in direzione di una catena montuosa ricoperta di foreste di abeti che si rispecchiavano in un lago dalle acque di smeraldo. Nel sogno c'erano pecore e capre che pascolavano nei prati, non lontano da una baita in pietra. Dal camino sul tetto si innalzava un fumo azzurrognolo. Uno superbo cane lupo a guardia delle greggi, l'aveva fissata con occhi miti. - Vieni- dicevano.
Per giorni e settimane Mara aveva ignorato il sogno e il significato che quell'immagine limpida le aveva trasmesso. Finché una mattina mentre camminava sulla spiaggia si imbatté all'improvviso in un cane, un pastore tedesco, accompagnato da un uomo che lo richiamò subito e gli mise il guinzaglio. L'incontro le fece tornare il ricordo del sogno e decise che doveva partire.

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