Titoli di coda

Non è che si possa star qui a raccontare perché un concerto sia stato incredibile. È come quando ti muore qualcuno, o come quando fai l’amore in maniera speciale, o anche – più semplicemente – come quando fai qualcosa da mangiare e ti viene particolarmente bene. Non lo puoi spiegare. O ne fai parte, o ne fai a meno. Non ci eravamo abituati, e siamo rimasti senza parole. Ecco: senza parole.
[…]
Per i prossimi due mesi abbiamo un’altra decina di date sul calendario.
E sappiamo già che accadrà sempre più o meno la stessa cosa. Che prima di iniziare a suonare, inconsciamente, penseremo alle persone che saranno giù dal palco come ai nostri nemici. È una cosa priva di ogni rancore. Però ci si guarda, e si pensa o si dice: Dai, facciamogli il culo. Sono i tuoi antagonisti. Sono lì perché si aspettano qualcosa, e tu devi convincerli. È come andare in scena. Devi fare uno spettacolo. Però non sei un attore. Non hai una parte. Sei te stesso.
Greimas elaborò una teoria, quella degli attanti. Ovvero persone che svolgono un compito, che hanno un ruolo, ma non sono personaggi, non sono attori, sono loro stessi, all’interno di un piano. Quando suoni sei un attante. Non ti metti nessuna maschera e non hai nessun copione, ma l’obiettivo è quello di lasciare senza parole. Quando capita anche a te, allora il momento è perfetto. Dissolvenza al nero. Titoli di coda.

Gazebo Penguins

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