Approvazione sociale

Si era fieri allora della divisa per la stessa ragione per cui oggi si desidera lo zainetto firmato. Per essere come gli altri, e godere di stima e ammirazione. Caso mai non ero cinico allora, sono cinico adesso, e penso che molti bambini che scrivono un bel tema sul rispetto dei loro fratelli neri, lo facciano perché comprendono che così facendo ottengono una approvazione sociale. Certo, non sono cinico al punto di credere che poi tutti diventeranno domani dei manganellatori di extracomunitari, come non è vero che oggi tutti gli ex sessantottini sono pronti a votare Fini (solo alcuni); e riesco a distinguere tra una pressione sociale che induce il bambino a rispettare la diversità e quella che lo induceva a sparare sugli abissini.

Ma proprio perché capisco che è meglio oggi, non riesco a perdonare chi ha avvelenato la mia infanzia tentando di inculcarmi l’elogio della morte. Per fortuna il tentativo era così retoricamente grottesco che è bastato poco a farmi passare quella insana voglia di Olocausto.

Ma sono soltanto i bambini a essere paraculetti per natura? Forse che uno studente di diciott’anni, alla maturità, non s’ingegna, per ottenere un riconoscimento, a svolgere un tema che impone: “Dimostrate come Leopardi abbia saputo contemperare il suo tedio esistenziale con una vigile coscienza civile” (anche se per lui Leopardi era un gobbettomalefico?). Si tura il naso, e dimostra.

Umberto Eco, La bustina di Minerva, I miei temi sul Duce - 1993

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