Il dito e la luna
Il discepolo confida al maestro: “Mi sento oppresso. Non smetto di oscillare tra questi due stati: un momento mi sembra di affogare e il momento dopo ritorno a galla. Quando potrò liberarmi di questo mondo di sofferenza? Quando sarò finalmente libero?”. Il maestro non risponde nulla. Dopo qualche minuto il discepolo, sorpreso, gli dice ancora: “Maestro! Non sono forse qui, seduto di fronte a te, a farti una domanda?” …
“Dove sei ora?” chiede il maestro. “A galla o sott’acqua?”.
Per il maestro non ci sono dubbi che qui e ora, nel presente, siamo realizzati. La realizzazione è qui. Se torna al presente con il maestro, il discepolo è realizzato. Siccome lui è tutto impegnato a chiedersi se rimane a galla o se affoga, non vive l’istante. In fin dei conti, si fa delle illusioni. In realtà, non rimane a galla e non affoga. E’ un diamante accanto a un’altro diamante, un buddha accanto a un’altro buddha, una perfezione accanto a un’altra perfezione. La differenza tra i due uomini è che il maestro ha dato realtà alla sua perfezione. Il monaco no. Egli la va cercando e gli sembra di affogare per poi ritornare a galla. Si crea un’angoscia immensa perchè non entra nel presente. E’ per questo motivo che il maestro non gli risponde. Se il suo discepolo gli confida che a volte si sente a galla e a volte sott’acqua, vuol dire che non è quì, nell’istante, e nell’istante non c’è nulla che permetta di affogare o di rimanere a galla. Non esiste nè oceano nè acqua nè angoscia. Solo pace. Il maestro non risponde a un discepolo assente. Allora questi insiste: “Maestro, ti sto parlando!”.
E il maestro gli chiede: “Se mi stai parlando, dove sei?”. Lasciamo che le cose arrivino senza farcene un cruccio. Verranno. Noi saremo in mezzo a loro, ma rimarremo completamente centrati nel presente. Non affogheremo in mezzo alle nuvole o al suono dell’acqua. Saremo qui …
semplicemente…
Alejandro Jodorowsky
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