La signora col cagnolino
Parlava e pensava che, ecco, era lì sul punto di recarsi ad un appuntamento d’amore, e nessuno, nessuna anima viva lo sapeva, né probabilmente lo avrebbe mai saputo. Egli aveva due vite: una in piena luce, che vedeva e conosceva chiunque volesse, vita piena di verità e menzogne convenzionali; e un’altra che si svolgeva in segreto. E per una strana coincidenza di circostanze, forse casuale, tutto ciò che per lui era importante, interessante, indispensabile, tutto ciò ch’egli aveva in sè di sincero e di schietto, e formava come il cuore della sua vita, ecco, rimaneva ignorato dagli altri. Al contrario, quel che era menzogna, e l’involucro per così dire di cui si copriva - il suo impiego in banca, ad esempio, le sue discussioni al circolo, i suoi “esseri inferiori”, le sue comparse in società con la propria moglie - tutto questo era in piena evidenza. Giudicò gli altri da se stesso, diffidando di ciò che vedeva, e dicendosi che il “velo del mistero”, come i veli della notte, copre sempre negli altri la vera vita, quella che conta. Ogni esistenza particolare riposa sul mistero; e forse è un po’ la ragione per cui ogni persona perbene tiene tanto a che si rispettino i suoi segreti.
A. Čechov
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