Plato
Timido e irresoluto, Plato entrò in quella dolce casa che ancora non conosceva, pur avendola infinite volte visitata nei sogni. Non accesero il lume: si ritirarono nell’angolo più riposto, e mentre ancora parlavano, Plato sentiva ridisegnarsi deliziosamente il suo profilo, tanto che un lato di esso venne a riprodurre in negativo, con precisione, il lato corrispondente della ragazza: erano fatti l’uno per l’altro.Si unirono infine, nell’oscurità e nel solenne silenzio della pianura, e furono una sola figura, delimitata da un unico contorno; e in quel magico istante, ma solo in un lampo subito svanito, balenò in entrambi l’intuizione di un mondo diverso, infinitamente più ricco e complesso, in cui la prigione dell’orizzonte era spezzata, vanificata da un cielo fulgido e concavo, e in cui i loro corpi, ombre senza spessore, fiorivano invece nuovi, solidi e pieni.
Primo Levi
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