Bisogni

Lascia che ti chiarisca una cosa: è possibile aspettare senza darlo a vedere, senza nemmeno rendersene conto.
Mi hai dato abitudini difficili da perdere, come il buongiorno al mattino, la tua voce a notte fonda senza la quale non sarei riuscita a dormire, scrivere per il semplice gusto di vederti commuovere, amarti perché tu m’amavi.
Queste, e tante altre, sono state abitudini difficili da lasciare. Però ho smesso di controllare il cellulare, di trasalire al suono di un sms perché credo che, semmai arriverà un tuo messaggio, arriverà quando meno me lo aspetto e sarà bellissimo.
Non sto più con le mani in preghiera supplicando che torni, non sto più alzata fino a tardi ad aspettarti, non sto più a pensare «chissà cosa sta facendo…».
Ho smesso di essere l’immagine della tristezza per un semplice motivo: ti sei innamorato di me quando sorridevo e non vorrei mai che per colpa della mia tristezza tu dimentichi il bello che c’è in me.
C’è stato addirittura un momento in cui il dolore si era attenuato e ho pensato «sta passando.».
Non l’avessi mai detto. La spia era dietro l’angolo e il male l’ha saputo subito.
Quello che sto cercando di dirti è che non sto più con la porta di casa aperta aspettando che entri, l’ho socchiusa.
Ho bisogno di illudermi di averti dimenticato per poi sorprendermi e innamorarmi di nuovo per un tuo ritorno.
Ho bisogno che quella porta socchiusa venga riaperta e che tu, in punta di piedi, mi abbracci all’improvviso da dietro come ti piaceva tanto fare e che mi sussurri «scusa il ritardo.». Ed io fingerò di avercela con te, ma in realtà, se tu tornassi, dimenticherei tutto il tempo in cui ho aspettato, in cui ho pianto, in cui ho creduto di non farcela.
Dimenticherei ogni cosa passata, persino che sei una testa di cazzo.
Dimenticherei perché, come dici tu, le cose brutte si dimenticano.

La Chang

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