Anni interessanti

Ciò che ha davvero trasformato il mondo occidentale è stata la rivoluzione culturale degli anni Sessanta. Si può forse dimostrare che il 1968 è stato nella storia del Novecento un punto di svolta meno importante del 1965, un anno privo di significato politico, ma nel quale l’industria francese dell’abbigliamento ha prodotto, per la prima volta, più pantaloni da donna che non gonne e nel quale è iniziato il crollo verticale del numero dei seminaristi nella Chiesa cattolica. Ho sempre insegnato agli studenti dei miei corsi di storia del movimento operaio che il grande sciopero dei portuali inglesi del 1889, al quale viene attribuito tanto rilievo in ogni libro di testo, potrebbe essere meno importante della tacita adozione (avvenuta fra il 1880 e il 1905) da parte delle masse degli operai britannici di un tipo di copricapo che poteva essere riconosciuto come distintivo di appartenenza alla loro classe, il familiare berretto con la visiera. Si potrebbe allo stesso modo affermare che il fenomeno più significativo nella storia della seconda metà del Novecento non è l’ideologia o le occupazioni studentesche, bensì la diffusione dei blue jeans. Ma, ahimè, io non faccio parte di quella storia. I Levi’s, come la musica rock, hanno infatti trionfato come simboli della gioventù e io, in quegli anni, non ero ormai più giovane. […] Quanto ho scritto intorno agli anni Sessanta è, quindi, ciò che può scrivere un biografo di sé stesso che non ha mai indossato un paio di jeans.

Eric J. Hobsbawm, Anni interessanti: Autobiografia di uno storico

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