Fortuna

Meglio era attenersi ai miti sugli dei che essere schiavi del destino dei fisici, perché quelli almeno ammettono la speranza di placare gli dei onorandoli ; questo, per contro, ha implacabile necessità. E la fortuna il saggio non la reputa una divinità quale la crede il volgo - giacché nulla è fatto dal Dio senza ordine e misura - e nemmeno la stima una causa incostante di tutti i beni e i mali degli uomini perché egli certo non crede che da essa siano donati agli uomini i beni e i mali che hanno valore per la vita felice, sebbene conceda che sotto il suo influsso siano di grandi beni e mali gli inizi. Infatti egli giudica meglio essere assennatamente sfortunato che dissennatamente fortunato ; chè nelle nostre azioni l'insuccesso di un saggio giudizio è preferibile al successo di ciò che, privo di giudizio, è portato a buon esito dalla fortuna.

Epicuro

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