Non accadrà più

Non accadrà più – e sapere che sarà quest’attesa a far combaciare perfettamente le labbra ancor prima del tempo scelto da noi per noi. Baciami avida di tutto quello che vuoi sapere di me e a parole non ti dico. Baciami umida di voglie di mare a divenire spuma, perché il tempo è un tiranno inesorabile, il tempo è atroce carnefice di secondi in attesa di essere consumati dalla carne. Slacciami i respiri, infila la mano nelle mie cose, mentre provi ad addomesticarmi e ti accorgi che non puoi, non sono solito a compromessi e allora ti arrendi a fare la gattina, con le unghie impigliate fra la schiena e il cuore. Baciami sporca di sogni densi, lucidi e incoscienti, baciami piena, dura, scorrevole, come sono le mie mani prensili di vita. Non lasciar morire i miei domani di anoressici respiri, falli mangiare attraverso muscoli di avidità, incidili di buoni umori, lasciami ricordare com’è il tuo odore quando non ci sei. Inginocchiati sul mio destino che non concede di venire in fretta, non si lascia gestire né gestisce, si prende la testa e l’anima. Per una volta almeno. Se faccio il faro tu fai la luna, illuminiamoci attraverso, che aspettarsi è un modo di restare legati nel tempo. Nei nostri corpi vivono tante vite in segreto non solo una, le scopriamo poco a poco, assaporandoci, studiando i modi, quando siamo insicuri di essere davvero sicuri di noi stessi. Non voglio più recitare un copione che si ripete, la stessa parte, sempre uguale. Mescolo le mie vite, il corpo resta uno e come una roulette russa gioco a eliminarmi. Ogni inizio è già iniziato dal dolore, non siamo vergini ai fenomeni dell’amore. Per una volta almeno raccontami una favola vera, per una volta almeno, fammi morire di te.

Massimo Bisotti

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