Nature e venature

Amo i gesti imprecisi, uno che inciampa, l’altro che fa urtare il bicchiere, quello che non ricorda, chi è distratto, la sentinella che non sa arrestare il battito breve delle palpebre, mi stanno a cuore perché vedo in loro il tremore, il tintinnio familiare del meccanismo rotto. L’oggetto intatto tace, non ha voce ma solo movimento. Qui invece ha ceduto il congegno, il gioco delle parti, un pezzo si separa, si annuncia. Dentro qualcosa balla.

Valerio Magrelli (Roma, 1957), da Nature e venature (Mondadori, 1987)

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