Bologna ‘77

L’inverno passava qualcuno di lì il nastro girava, suonava “Lilly”.
Girava il pallone, lo stadio impazzì la voce tremava, l’inverno finì.
E poi primavera, e qualcosa cambiò.
Qualcuno moriva e su un ponte lasciò lasciò i suoi vent’anni e qualcosa di più e dentro i miei panni la rabbia che tu da sempre mi dai, parlando per me scavando nei pensieri miei, guardandomi poi dall’alto all’ingiù e forse io valgo di più.
L’estate moriva, Bologna tremò, la dalia fioriva e la gente pensò dei tanti domani vestiti di jeans chiamandoli “strani”, ma non fu così.
E quando m’incontri, se pensi di me tu sappi che il sole che splende per te e il grano che nasce, e l’acqua che va è un dono di tutti, padroni non ha.
E il grano che nasce, e l’acqua che va è un dono di tutti, padroni non ha.

Stefano Rosso

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