Come i bambini vogliono la città
Tra gli studenti italiani emerge con forte distacco Sandro Panaioli di 11 anni. La sua è una città-regione astronautica, con satelliti, capsule aereo-spaziali, alberghi galleggianti, scuole gigantesche, e un circuito di ponti che varca gli oceani e forse congiunge pianeti. Il modulo del fumetto è palese. Siamo nell’urbanistica fantascientifica, immune da staticità ed inerzie di memoria. Un atteggiamento analogo esprime un bambino di Pinerolo: «Come sarebbe bello se potessi cambiare la mia città da un momento all’altro! Io vorrei che la mia scuola si cambiasse ogni momento e mi immagino di essere sopra un banco fatto tutto alla moda Bit di tutti i colori. Immagino che nel futuro ci siano delle cassette delle poste volanti e che in meno di un giorno si spedissero e attivassero da sole. Per precisare meglio vorrei dire che, siccome ho come preferenza il colore azzurro, vorrei che ci fossero le poste azzurre.
Bruno Zevi, Come i bambini vogliono la città da Cronache di architettura VII
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