Culture

Non sempre i vincitori hanno imposto la loro cultura. L’albero di Natale è sopravvissuto all’annientamento del paganesimo. La moda dei tatuaggi viene da lontano, da una schiatta di vinti. La stessa cosa vale per il piercing. Gli schiavi africani, pur non avendo per secoli nessun diritto civile, hanno imposto mode musicali che ancora adesso arrangiatori forse inconsapevoli continuano a seguire. Nel ricco occidente, patria delle melodie piovute dal cielo, il ritmo dei tamburi, eredità di antichi selvaggi africani, ha sommerso le nenie dei violini. Pur col nostro apparato di ammennicoli tecnologici, al mare siamo sempre più nudi. Ci circondiamo di ciondoli pellerossa, di scacciafantasmi e altri amuleti primordiali. Nei nostri stadi gli atteggiamenti sono sempre più simili a quelli degli antichi schiavi, nelle nostre palestre tentiamo di acquisire l’aspetto di lottatori vichinghi. Vederci girare seminudi e tatuati, pieni di braccialetti, collanine e orecchini, mente ascoltiamo i tamburi delle nostre danze, e assumiamo sostanze stranianti che ci avvicinano ad antichi riti sciamanici, è la vendetta dei vinti. Le “culture” non s’impongono dall’alto. Non facilmente.

Natalino Balasso

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