La Nomentana

Con uno stipendio di mezza giornata ho visto e conosciuto Roma con l’ottica di una persona molto povera e dal punto di vista di un «giovinotto». Perché a Roma era impensabile affittare una stanza ad una donna sola. Non l’ho visto fare nel mio ambiente. All’inizio ho abitato in via Nomentana. Era un viale triste di impiegati non era ricco come lo è oggi. Ciò che mi colpì subito vivendo in quella zona della città fu la tetraggine del luogo. Ho poi il ricordo ben intatto degli autobus tetri pieni di impiegati statali. Via Nomentana era isolante e triste. Vissi in gran solitudine per un periodo lavoravo e continuavo a studiare musica e mi buscai un forte esaurimento nervoso. Ho conosciuto quindi Roma come trapiantata tra camere in affitto con entrate separate.

Amelia Rosselli racconta la Nomentana, L’Unità 1988

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