L’Annina

Volse ancora lo sguardo, l’Annina, e vide suo padre, giù in basso, che si era fermato e adesso, alzata la testa, le puntava in silenzio. E fu in quell’istante, in quel preciso momento, che comprese l’abisso totale non tra due mondi, ma tra le persone. Le cose son cose, hanno una vita loro, hanno forme, pensieri, hanno età e persino un colore. Siamo noi a dividere, a costruire barriere, ad alzare, abbassare, a dire chi è buono e cosa invece è peggiore. L’Annina capì così la distanza tra la madre e l’Ulisse. La sentì forte, batterle il petto. Una botta improvvisa, una crepa sul cuore. La ferita bruciante di un dolore perfetto.

Ugo Riccarelli

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