Rosso...

Il rosso del semaforo m'ingorga
in una sosta involontaria
sul ponte alla foce del fiume
e mi concede un attimo di pace.

Stacco le ballerine dai pedali
appoggio le spalle allo schienale,
mi metto in folle, lenti respiri
come il motore che rallenta i giri.

Nel guscio fragile dell'automobile
sospeso nel vuoto consistente
che affonda pilastri di cemento
armato nei vortici della corrente,

nella frazione inutile di tempo
imposta dal semaforo stradale,
autorizzo i pensieri a vagare.
Mi metto da parte, mi guardo pensare.

Il posto in cui mi trovo è singolare:
un incrocio di venti che vengono
dal mare, carichi di sabbia e sale
che fanno saporite le olive della costa,

e venti di tramontana profumati
di neve e resine di bosco nati
dalle montagne delle Meraviglie
magiche, lassù, ammantate di blu.

Ai pensieri piace vagabondare,
lasciati liberi diventano sciami
che si sparpagliano in ogni direzione
difficile poi riportarli in prigione.

Un clacson mi risveglia
dal mio fantasticare, dove sono?
Sì, ecco, adesso parto, ma con calma.
In fondo non è stato tempo perso.


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Commenti

  1. Silva... Tu devi avere delle speciali antenne che ti fanno captare anche i segnali subliminali... Qualche giorno fa pensavo proprio a questa poesiola, ma non ricordavo su quale quaderno o file l'avessi scritta, ed ora la ritrovo qui... Grazie, sempre grazie a te, per tutto. Caro Silva delle Selve.:)

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