Venerdi

Fino a poche settimane prima, ogni venerdì sera, all’accendersi della prima stella, si spalancavano tutte le grandi porte della Sinagoga, quelle verso la piazza del Tempio.
Perché le grandi porte, invece delle bussole laterali e un po’ recondite come tutte le altre sere? Perché invece degli sparuti candelabri a sette bracci quello sfavillare di tutte quante le luci, che traeva fiamme dagli ori?

Perché ogni venerdì, all’accendersi della prima stella, si celebrava il ritorno del Sabbato.

Giungeva invece nell’ex Ghetto di Roma, la sera di quel venerdì 15 ottobre, una donna vestita di nero, scarmigliata, sciatta, fradicia di pioggia. Non può esprimersi, l’agitazione le ingorga le parole, le fa una bava sulla bocca. E’ venuta da Trastevere di corsa. Poco fa ha veduto la moglie di un carabiniere, e questa le ha detto che il marito, il carabiniere, ha veduto un tedesco. E questo tedesco aveva in mano una lista di 200 capi-famiglia ebrei, da portar via con tutte le famiglie.

Gli ebrei di rione Regola hanno conservato l’abitudine di coricarsi per tempo. Poco dopo scesa la sera, sono già tutti in casa. Forse la memoria di un antico coprifuoco è rimasta nel loro sangue; al cadere delle tenebre, i cancelli del Ghetto stridevano con una inveterata monotonia che forse l’abitudine aveva resa familiare e dolce a rammentare che la notte non era per gli ebrei, che per loro la notte era pericolo di essere presi, multati, imprigionati, battuti.

Così questi ebrei, accusati di tramare nell’ombra contro l’ordine e la sicurezza del mondo, sono invece da tempo delle creature diurne. Di primo mattino, non appena un barlume di giorno,viscido e grigio come le loro case,comincia a far leva sui cornicioni, come un apriscatole per incidervi uno spiraglio sui vicoli sottostanti, già li trovi tutti per via, questi ebrei, si chiamano a gran voce per nome, e combinano, e litigano, e discutono, e intavolano trattative e negozi, e si danno un gran da fare, quantunque quei loro discorsi e mercati non abbiano nulla di urgente. Ma questi ebrei amano la vita: quella vita da cui la notte li ha esclusi, sentono il bisogno che irrompa in loro.

La donna scarmigliata non ebbe difficoltà a radunare un gran numero di ebrei per avvertirli del pericolo. Ma nessuno volle crederci, tutti ne risero. Tutti sanno che la Celeste è una chiacchierona, un’esaltata, una fanatica. Come si fa a darle ascolto?

“Credetemi! scappate, vi dico! – supplicava la donna. – Vi giuro che è la verità! Sulla testa dei miei figli!” Contrariamente all’opinione diffusa, gli ebrei sono diffidenti nelle cose piccole, ma disastrosamente ingenui in quelle grandi.

Giacomo Debenedetti (16 ottobre 1943)

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