Correzione

Quando la proprietaria del tiro a segno si chinò sulle rose di carta e dopo averle raccolte le mise in mano a Roithamer, io osservai gli spettatori, i quali ora, che lo volessero o no, dovettero riconoscere in Roithamer il miglior tiratore su rose di carta che avessero mai incontrato a un festival. Quanto a Roithamer, sembrava chiedersi come avesse potuto, senza alcuna esperienza di tiro, e in verità una sola volta in vita sua e cioè a nove anni e con l’aiuto del padre aveva tenuto in mano un fucile per sparare a rose di carta e com’è naturale in quell’occasione aveva fallito miseramente, sembrava chiedersi come avesse potuto colpire con ventiquattro colpi ventiquattro rose di carta. Naturalmente i presenti invitarono subito Roithamer a sparare a un’altra serie di rose di carta, ma lui naturalmente non accettò la sfida. Agitò il mazzo di rose nell’aria sopra la sua testa e fendendo la folla si allontanò dal tiro a segno e si diresse verso un tavolo in cui c’erano posti liberi. Lo seguii mentre si incamminava e a un tratto lo vidi regalare tutte le rose di carta che aveva colpito e che raccolte in un mazzo e tenute in alto erano più belle a vedersi delle rose vere, a una ragazza sconosciuta che nel passargli accanto gli aveva ricordato sua sorella. Tutte le rose di carta tranne una, e cioè quella gialla che avevo ritrovato ora aprendo il cassetto superiore del comò per riporvi i miei oggetti della toilette. Per tanti anni, pensai, Roithamer ha conservato la rosa di carta gialla, perché probabilmente gli ha sempre ricordato il festival del suo ventitreesimo compleanno e tutto ciò che per lui è connesso al festival.

Thomas Bernhard

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