Problemi problemi

Beatrix alitò ancora qualcosa nel microfono, poi mise giù la cornetta, si rigirò sulla pancia con sollievo e schiacciò di nuovo la testa nel cuscino. Mentre si era sforzata di parlare in tono vivace, lo sguardo le era caduto sulla vecchia sveglia da viaggio con cui nessuno viaggiava mai, erano soltanto le nove e mezza, meno male, la cosa più bella in casa di sua zia Mihailovics era il fatto che ci fossero due telefoni e lei ne avesse uno in camera, accanto al letto, e il poterci parlare in qualsiasi momento, e mettersi tranquillamente le dita nel naso mentre fingeva di aspettare attenta una risposta, o meglio ancora, più tardi, parlare e intanto con le gambe fare la bicicletta o un paio di esercizi ancora più difficili, ma non appena riattaccato ripiombare immediatamente nel sonno.

Ingeborg Bachmann, Problemi problemi (da Tre sentieri per il lago)

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