Traversata del lago

Serata molto fresca, umida, inospitale, precocemente buia. Ero sceso dalla montagna giù per uno stradellino ripido, in parte argilloso e incassato tra due pareti, e adesso mi trovavo, da solo, sulla riva del lago, tremando dal freddo. Da oltre i colli giungevano fumi di nebbia, la pioggia si era esaurita e, ormai cadevano soltanto poche gocce, deboli e scacciate dal vento.
Sulla spiaggia c'era una barca dalla chiglia piatta che, per metà, era stata tirata sulla ghiaia. Era in buone condizioni, pitturata di fresco, senza acqua sul fondo; i remi parevano nuovissimi. Accanto si trovava una capanna di tavole d'abete, aperta e vuota. Allo stipite della porta era appeso un vecchio corno d'ottone, legato con una catenella. Vi soffiai. Ne uscì un suono duro e stizzoso, che si diffuse pigramente.
Soffiai di nuovo, più a lungo e più forte. Poi mi sedetti sulla barca, in attesa che giungesse qualcuno.

Pellegrinaggio d'autunno, 1905, Hermann Hesse.

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