Achille piè veloce

- Sei salato - disse Pilar.
- Sei dolce - disse Lello, con voce arrochita dal vento del pomeriggio.
Lei gli salì sopra con un movimento da ballerina, e si specchiò in lui. Poi si sdraiò guancia contro guancia, come quando nel tango i danzatori si allineano e uniscono le mani, non più sfida di profili, ma unione di sguardi verso lo stesso punto che li attira e li spaventa, il punto più alto di tutti gli amori, l’unione perfetta che già contiene battaglia e resa, e da cui riparte la danza uno contro l’altro, la sfida del labirinto e della geometria del tango.
Pilar si fermò in quel punto magico e provvisorio, poi si girò lentamente e inarcò la schiena sul petto di lui, sparse i capelli sul suo viso, aderì con le natiche al suo inguine, con le cosce tiepide alle sue gambe immobili. E guidò il suo sesso a farsi penetrare senza che Lello facesse un solo movimento, senza guardarlo, senza parlare. E mentre lei iniziava a muoversi, Lello immaginava la sua bocca schiudersi respirando l’odore del mare e del loro sudore, oppure sognare nella penombra il volto dell’amante invisibile, forse di un dio segreto, di un mostro marino che da dietro la possedeva, con movimenti che da lenti diventarono più rapidi, come un’alga di mare dentro una corrente improvvisa, un’alga dorata che ogni sussulto di onda scompiglia, rallentando e scattando, come la misteriosa febbre che unisce e separa improvvisamente uno sciame di pesci, entrando in lui, abbandonandolo e riprendendolo in fondo, più in fondo, finchè si misero a gemere, lui e lei, con quei suoni così ridicoli, animaleschi e sempre uguali, se vissuti in solitudine, o nel buio di un cinema, o in un frettoloso amplesso. Ma ora, nel sibilo dello scirocco, diventarono una canzone indimenticabile, lei gridò e si inarcò nuovamente come ferita a morte, lui mosse le mani, a stringerle e graffiarle i fianchi. E così rimaser sudati, scottati, stremati. Lei si alzò nel buio, bevve un bicchier d’acqua a lunghi sorsi e disse: - Ti ho sorpreso?
- Sì - disse lui - ma non riesco a dirti niente.

Stefano Benni

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