Gli anni perduti

Per mezzo di quel telefono, al quale Leonardo non era voluto venire, la signorina Lisa Careni aveva da comunicare una sua lieta scoperta: il modo di passare la serata. Ella aveva avuto un’idea, così, d’un tratto, mentre sedeva in una poltrona e leggeva un libro noioso. Allora aveva lanciato un piccolo strido d’uccello che vede il cielo rompere fra le nubi, ed era corsa al telefono a comunicare a tutte le amiche e agli amici (pochi, perché a una signorina di Natàca non era permesso avere amici) questa lieta scoperta.
Il modo di passare la serata e, in generale il tempo, era una faccenda di gran peso a Natàca. Dopo il crepuscolo, le comitive dei giovanotti stavano ritte in circolo a discutere dove e come si dovesse passare la sera. La discussione veniva interrotta da uno della comitiva che, svegliandosi come da un brutto sonno e notando che da un’ora si stava fermi sotto lo stesso annunzio d’asta pubblica, pronunciava la solita frase: “Ma chi è morto, qui?” La frase, molto frequente a Natàca, voleva dire che s’era stati fermi intorno a uno spazio di marciapiede, proprio come se in quello spazio ci fosse un morto da identificare.

Vitaliano Brancati

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