Quelli che sono diventati terra

Allora finalmente senti gli amici e si, stanno tutti bene, ma di un bene avvelenato, che non si può star bene quando tutto intorno è morte e fango, quando le strade non ci sono più, quando la gente ha perso tutto, quando sei vivo perché stai dietro una curva, sopra un dosso o abiti in collina. Come si fa a stare bene quando sai che è già successo e che la prossima volta succederà e succederà ancora e ancora e ancora. Come fai a stare bene quando conosci i colpevoli e vedi che parlano, si indignano, piangono i morti e poi via a ripulire, ricostruire, che tra qualche mese torneranno i turisti e si deve fare in fretta perché portano tanta ricchezza ma a me è sempre sembrata una ricchezza di cui ai sardi arrivano solo le briciole delle briciole delle briciole.E poi quando la rabbia sarà andata rimarranno solo i morti, quelli che sono diventati terra, questa terra che trattiamo come una puttana. Noi che prendiamo l’aereo, spendiamo uno stipendio per una settimana di mare, tutti contenti mandiamo la foto di Tavolara vista da Porto Taverna. E mai, mai mai che mi sia girato una volta a guardare quel “resort/ all inclusive/aria condizionata/piscina/animazione/50 metri dal mare” perché se lo avessi fatto avrei visto che è costruito su una laguna, sul retroduna, se lo guardassimo bene vedremo e che è un coltello, una delle tante innumerevoli ferite inferte a questa povera terra che usiamo senza amare, e che invece chiede solo di essere amata almeno per rispetto di chi ci vive e di tutti quelli che sono già diventati terra.

S.B.

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