Ridicolaggine

Quel che mi impedisce di prendermi sul serio, anche se ho lo spirito piuttosto grave, è il fatto che mi trovo molto ridicolo, non di quella relativa ridicolaggine che fa la comicità teatrale, ma di quella ridicolaggine intrinseca alla vita umana di per se stessa e che balza fuori dall’azione più semplice, o dal gesto più comune. Per esempio mai mi faccio la barba senza ridere, tanto la cosa mi pare stupida. Tutto questo è molto difficile da spiegare: bisogna provarlo. Tu non lo puoi provare, tu che sei fatta d’un sol pezzo, come un bell’inno d’amore e di poesia. Io sono un arabesco d’intarsi, ci sono pezzi d’avorio, d’oro e di ferro. Ce ne sono di cartone dipinto. Ce ne sono di diamante. Ce ne sono di latta.

Gustave Flaubert in una lettera a Louise Colet

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