Succubi e supplizi

Ho fatto un sogno agitato ma talmente significativo, sì certo, talmente significativo.
Mr Dequeker si trascinava per terra con delle gambe corte e diceva: Sono un fiore, una donna o [un] animale? Ma che cos’è un albero dopo tutto, che cos’è un albero?
Mme D. stava dietro una gabbia con lo stomaco appoggiato sul bordo della gabbia, e diceva: Ce la farà il mio stomaco a tuonare?
Mme Thomas aveva il viso pieno di fuoco greco e diceva: Se non smette, soffio.
Mr D. era nell’invisibile, come una pozzanghera di essere che non riuscisse a entrare con la mano destra in aria e la sinistra come una vecchia membrana vagante sopra l’addome, e diceva: Vorrei che le mie 2 mani si congiungessero, senza [essere] giunte, no niente mani giunte, ma com’è difficile, ahimè, com’è difficile, com’è difficile la chiesa.
C’erano J.D., Mme D. madre, Mme D. figlia, H.T., Colette T., che tentavano tutti di affacciare la testa, alla ricerca del senso di esistere.

Antonin Artaud

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