Qui dove si fabbrica la magia

E' vero, ammettiamolo, ci siam persi un po' di roba.
Insomma, da Casablanca in su, avremmo potuto prestare un po' più d'attenzione.
Che poi è un attimo che la vita se ne scappa via col vento.
Ci siamo persi Newman, Redford e James Dean. Chaplin e Brando.
Qualche Festival, un nero con la sua chitarra incendiaria. Degli strilloni americani e quattro Scarafaggi della Liverpool da bere. Che volendo c'erano anche quegli altri, quelli della sregolatezza.
Abbiam perso, letteralmente, qualche guerra. Tutto il freddo e il periodo dei complotti.
Abbiamo perso l'età in cui, finito di mungere la vacca, si gustava il sapore di quel latte e di quel sudore.
Abbiamo perso tante parole, alcuni scrittori e sicure sbronze portatrici di autentiche epifanie.
Certo abbiam perso Di Stefano, Pelè, Maradona, Crujif e Van Basten. Best e Garrincha.
Poi però ci siamo svegliati e siamo arrivati anche noi. Abbiamo aperto gli occhi su quel cielo color vaniglia, stile Monet.
Ci siamo presi Spielberg e Clint Eastwood. Nolan e Ridley Scott, David Fincher e il suo Fight Club.
Abbiamo avuto le star, i grandi attori e le meteore abbaglianti. Abbiamo visto soffrire Batman e New York venire salvata da personaggi particolari.
Abbiamo visto come le torri non crollino solo negli scacchi e come una guerra possa essere imposta o giustificata. Abbiamo visto presidenti neri e cadute di regimi di leader sicuri di vivere per sempre.
Abbiamo conosciuto il 5 novembre, la forza delle idee e la sensatezze delle lacrime. Abbiamo scoperto la nostra fragilità oltre il muro di uno schermo.
Abbiamo scoperto come 300 uomini liberi abbiano tenuto testa a un Impero. Come un’onda abbia potuto spazzare via tutto il resto e come un po’ di tremarella abbia potuto, il tutto, seppellirlo sotto le macerie.
Abbiamo anche visto l’ultimo, azzardato, inchino di una nave dolorante e dolorosa.
Abbiamo perso una voce nera e il sorriso diabolicamente talentuoso di un joker che ha sfidato il diavolo.
Nella musica, in senso stretto, abbiamo continuato (un po') a sucarlo. Ma abbiamo portato un nuovo concetto di musica elettronica e di Festival.
Nello sport abbiamo costruito leggende di carne, leggere e potenti: Shumi, Alonso, Tomba e Compagnoni, Federer e Sampras. Kobe e l'unico: Air Jordan.
Ronaldo, il Cristiano, Messi e giù di lì. Bolt e le saette. La Pellegrini e Michael Phelps.
Alex Zanardi, l’esempio di vita e Pistorius, l’esempio dell’istante che ti fotte.
Abbiamo avuto il nostro ma abbiamo dato un po' meno di quanto avremmo potuto.
Siamo ancora noi, siamo ancora qui. Dove si fabbrica la magia. Fine.

Jacopo Landi

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