La morte che non fa paura

Nulla ci sconvolge più di una morte improvvisa, il principale terrore dell'esistenza umana. L'uomo occidentale, figlio di una civiltà ottimistica, vive facendo finta che la morte non ci sia o, se pure c'è, riguardi un lontano futuro. Invece la tradizione giapponese invita a trovarsi sempre pronti a una fine inattesa. Una delle sentenze più note dei samurai recita: "Ridestandoti al mattino, sii pronto a morire". Non per darsi un'aria più solenne, ma perché questo acuisce le sensazioni e risveglia la mente; il punto è che è assai temibile morire alla sprovvista...
Il principale sogno dell'umanità è sbarazzarsi della paura delle morte, e al contempo di tutte le altre paure. Questo significa non sopprimere in generale la morte, bensì eliminare la morte improvvisa, imprevedibile e prematura, che si abbatte sull'individuo quando non è ancora sazio della vita e non ha compiuto ciò per cui è destinato. Sottomettere la morte, in fin dei conti è appunto questo lo stimolo basilare della scienza, del progresso e del pensiero sociale...
Quando la morte cesserà di infondere timore e di essere percepita come un male, si potrà considerare che l'umanità abbia concluso felicemente il suo cammino e sia tornata all'Eden.

B. Akunin, Le città senza tempo. Storie di cimiteri (Frassinelli)

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