Per il bene

Gli sforzi incessanti per bandire il dolore non fanno altro che fargli mutare forma. Inizialmente si presenta in forma di povertà, di miseria, di timore di perdere la vita. Se, cosa difficilissima, si riesce a scacciare il dolore in questa forma, esso si ripresenta immediatamente in mille altre forme, a seconda dell'età e delle circostanze: come istinto sessuale, passione amorosa, gelosia, invidia, odio, angoscia, ambizione, avidità, malattia, ecc. Se poi alla fine non trova più altre forme, si presenta nel triste, abito grigio del fastidio e della noia, contro cui si cercherà di fare qualcosa. Ma anche se si riesce a scacciarli, difficilmente sarà possibile farlo senza aprire nuovamente la via al dolore in una delle forme precedenti. E così il ballo ricomincia da capo; perché la vita umana è un continuo oscillare tra il dolore e la noia. Ma se noi ci renderemo conto che il dolore come tale è essenziale ed inevitabile per la vita, e solo la sua forma, la forma in cui si presenta, dipende dal caso; e dunque la nostra sofferenza presente occupa un posto in cui, se non ci fosse quella, ne subentrerebbe subito un'altra che adesso viene tenuta lontana dalla presenza di quella; e dunque essenzialmente il destino può ben poco contro di noi. Una simile riflessione, se divenisse una convinzione sentita, produrrebbe un grado notevole di stoica indifferenza e ridurrebbe di molto l'angosciosa preoccupazione per il bene personale.

Schopenhauer

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