Il vino della solitudine

La vita era mutevole, instabile, incerta. Niente durava. Un torrente implacabile trascinava via gli esseri cari, le giornate serene, li portava lontano, li catturava per sempre. Un brivido di angoscia assaliva all’improvviso la bambina seduta in un angolo, sola, tranquilla, con un libro in mano; le sembrava di percepire tutta la solitudine che c’era nel mondo; la camera diventava ostile e terrificante; oltre il piccolo cerchio della lampada regnavano soltanto le tenebre, che avanzavano strisciando verso di lei. L’ombra l’assaliva e la soffocava, e lei la scostava a fatica, come chi nuota respinge l’acqua con le braccia tese. Un raggio di luce che filtrava sotto una porta le gelava il cuore. Scendeva la sera, e Mademoiselle Rose non c’era ancora… Non ci sarebbe stata mai più…

Irène Némirovsky

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