Il minotauro

[…] Il labirinto rappresenta pur sempre un castigo. Dove c’è un castigo deve tuttavia esserci anche un tribunale che fissa questo castigo e una colpa che sia all’origine di questo castigo. Però una colpa che il minotauro, proprio perchè minotauro, non è in grado di comprendere, per il minotauro stesso non è una colpa. Il labirinto quindi lo punisce per una colpa che sta al di fuori di lui, anteriore alla sua nascita e cui egli deve la sua origine. La colpa del minotauro consiste nel fatto di essere un minotauro, un mostro, un innocente colpevole; e per questo il labirinto è qualcosa di più di una prigione - esso è qualcosa di incomprensibile - solo grazie a questa sua proprietà esso ci tiene prigionieri ed è per questo motivo - ultimo dei paradossi che si fa indipendente dall’esistenza o meno del minotauro, perchè tanto chiunque vi entri si trasforma in minotauro; una prigione che per questo motivo non ha bisogno di porte sbarrate, le innumerevoli porte del labirinto sono aperte, chiunque vi si può smarrire.

Friedrich Dürrenmatt, Il minotauro, ed. Marcos y marcos

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