L’amante indegno

Il mondo è una noce durissima, e la razza degli schiaccianoci, a quanto pare, è in via di estinzione. In compenso c’è chi scava di nascosto, e nel più bello dei gusci, se vai a guardare quanto poco ci mette a rompersi, trovi il verme grasso e sazio in mezzo a un poco di marciume.
L’amante indegno parla di corruzione, di rottura di un equilibrio, di imperfezioni e vizi svelati proprio nel momento in cui se ne afferma l’impossibilità, l’assenza. Il percorso che porta verso la dissoluzione viene delineato da Rudolf Borchardt con una penna sottile, una delicatezza precisa che si insinua attraverso l’analisi delle dinamiche sociali nelle menti dei personaggi, svelando indirettamente i loro pensieri più profondi, così che le loro azioni arrivano a sembrare inevitabili. L’abilità dello scrittore sta soprattutto nella capacità di descrivere le caratteristiche dei personaggi attraverso i dialoghi, che occupano la maggior parte del romanzo.
La trama è piuttosto semplice. Tutto ruota intorno a Steffi, giovane nobildonna che ha divorziato dal marito dopo averlo tradito, e ora vorrebbe sposare il suo amante. Tutta la sua famiglia, composta dalla baronessa madre, dal fratello Moritz e dalla moglie di lui, Tina, si trova a discutere. È conveniente o no questo matrimonio? Lui la ama davvero? Come fare a risolvere la disastrosa situazione economica di entrambi? L’analisi dei pro e dei contro è condotta con dialoghi lunghi e complessi, in cui si nota lo stile poco asciutto, ricco, dell’autore, che si accompagna alla perfezione con il tema del libro.
Quello descritto da Borchardt è un caso esemplare, tramite il quale vengono alla luce svariati aspetti della società dell’epoca (il romanzo è stato scritto nel 1929). Ma ciò che affascina di più di questo romanzo è il personaggio dell’amante di Steffi, Konstantin, detto Kono. È lui che giunge in seno alla famiglia e ne scompiglia l’apparente quiete. Porta con sé la tentazione e non esita a farne sfoggio. Pur essendo un inetto, un dongiovanni, incapace di intraprendere un’occupazione seria e redditizia, si espone, si vanta, si difende. È una bolla di sapone, ma talmente brillante in superficie che acceca. Quando la bolla scoppierà, il disgregarsi della famiglia subirà un crescendo senza possibilità di riparazione.
È un libro breve, che si legge abbastanza in fretta, ma che mi ha colpito soprattutto per l’analisi dei processi mentali dei personaggi. Il pensiero, l’introspezione, la capacità di giudicare se stessi sono temi importanti in questo romanzo, che sfrutta un avvenimento che può anche essere considerato banale per condurre il lettore in un viaggio rivelatore attraverso la mente umana.

Rudolf Borchardt

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