Amour

Nell’Indocina degli anni trenta: un giovane elegante miliardario cinese viene rapito. Rapito da un incrocio di sguardi. Lui esce dalla sua limousine. Lei affacciata alla ringhiera, sul traghetto. Dodici anni di differenza. È francese, ha appena quindici anni e mezzo e la pelle morbida e bianca. Ha scoperto d’improvviso di essere donna e l’ha scoperto in quello sguardo, nel sentirsi desiderata. Ha già cominciato a truccarsi, a nascondere le lentiggini, a vestirsi da adulta. Indossa un vestito di seta molto scollato, senza maniche, di un marroncino logoro; una cintura di cuoio le circonda la vita; ai piedi scarpe da sera di lamé; «ma quel giorno non sono le scarpe la nota insolita, inaudita nell’abbigliamento della ragazza. Quel giorno porta in testa un cappello da uomo con la tesa piatta, un feltro morbido color rosa, con un largo nastro nero». Un vestito che le si stamperà addosso ovunque andrà e che la marchierà per sempre agli occhi della gente, come se già non bastasse il colore della sua pelle. Quel giorno l’invito dell’uomo ad accomodarsi in limousine e alloggiare ognuno nella vita dell’altro viene accettato; uno amante, l’altra amata. Quindici anni e mezzo e la bimba diventa donna, sotto gli occhi di una madre squilibrata che la lascia fare, di un fratello maggiore che gioca a fare il presuntuoso, il superbo, il violento e di un fratello medio che subisce in silenzio. Il padre non c’è. La famiglia vive nella miseria, nelle incomprensioni, nei progetti (falliti in partenza) che la madre ha per i propri figli, nella morte. Si amano senza condizioni.
Altro amore è quello tra loro: l’amante e l’amata.

L’amata non sa che quello è amore, non sa chiamarlo amore, non crede di amare, sa del desiderio, della dolcezza, dello struggimento. Per la prima volta vive su di sé l’essere donna, compiacente, sola, incompresa; etichettata come una sgualdrina: per il suo vestire, per la sua pelle bianca, per il suo tornare tardi al dormitorio accompagnata in limousine nel buio delle strade. Esiliata al liceo dalle sue compagne meticce, esiliata da tutti, tranne che dalla sua compagna di stanza Hélène Lagonelle, bianca come lei, sua unica amica e ovviamente dal suo amante.
Amante che al contrario ama per davvero e con tutto se stesso, ama vivendo nella paura che la legge lo insegua e che il padre non lo lasci sognare, non lo lasci fare. L’amante ama così, pieno di cure, dolce, tenero, impotente. Ama come non ha amato nessun’altra. Ama allo sfinimento. Ama a volte senza sapere e senza voler pensare a un futuro impossibile.

 Alessandro Casile

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