Effi Briest

Vede, signor consigliere segreto, non è facile spiegarle cosa sento. Va e viene. In questo momento è come se fosse scomparso. In principio ho pensato a dei dolori reumatici, ma adesso penso che forse si tratta di una nevralgia; ho dolori lungo la schiena e non riesco a sollevarmi. Mio padre soffre di nevralgie, e ricordo come stava. Forse è ereditario."
“Molto probabile, signora,” disse Rummschüttel che aveva sentito il polso e osservato la sua paziente, di sfuggita ma con una certa attenzione. “Molto probabile.” Ma fra sé e sé disse: “Malattia diplomatica, recitata con grande maestria; una figlia di Eva, comme il faut.” Non fece tuttavia trapelare niente e disse invece con tutta la serietà necessaria: “Non posso che consigliare riposo e caldo. Una medicina, niente di forte fra parentesi, farà il resto”.
E si alzò per scrivere la ricetta: Aqua amygdalarum amararum mezza oncia, Syrupus florum aurantii due oncie.
“Ecco, signora: ne prenda mezzo cucchiaio da tè ogni due ore. Le calmerà i nervi. Inoltre le consiglierei di evitare forzi intellettuali, le visite, i libri.” E così dicendo indicò il volume accanto ad Effi.
“È Scott.”
“Oh, allora nessuna obiezione. La cosa migliore sono i libri di viaggi. Tornerò domani."

— Theodor Fontane

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