Famiglia

Mi dicono che una maggioranza di coloro che sono in stato di cattività familiare ritiene che l’amore sia il fondamento della famiglia, opinione accreditata dal clero, formato esclusivamente da celibi. In verità, se non ci fosse amore, non si proverebbe alcun piacere a percuotere la sposa, far venire gli incubi ai minorenni e indurre nella sposa vagheggiamenti vedovili.
L’amor familiare consiste in un complicato ordigno che mescola possesso, diritti, aspettative, consuetudine, distrazioni, prevaricazioni, e taciturni, lenti affrontamenti, bracci di ferro che durano una vita.
Nella famiglia nessuno fa ciò che vorrebbe fare, e ciò sarebbe dovuto all’amore, ma inevitabilmente comporta una sorta di vapore di frustrazione, tra profumo e tanfo, che pervade i locali e le anime. Ne deriva un rancore neghittoso e taciturno, un parlar d’altro, una tecnica di elusione.
A mio avviso, l’amore domestico assomiglia a un voluminoso e greve animale, che giorno dopo giorno si scompone, si scinde e recide; le gambe si aggrovigliano alle orecchie, respira per forami innaturali, si colloca gli occhi sulla coda. Questo animale conserva, per quanto scomposto e ricomposto, una sorta di opaca razionalità, una funzionalità ostinata e tetra, e sviluppa una sua specifica ferocia, tenera, languida, benevola, generosa.

Giorgio Manganelli

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