Il valzer lento delle tartarughe

E che cosa si fa quando l’amore scava un buco nel cuore, un buco così grande che si direbbe uno scoppio di granata, talmente grande che ci si può vedere il cielo attraverso? Si chiedeva Joséphine recandosi all’appuntamento con Luca. Chi saprebbe dirmi che cosa sente per me? Io non oso dirgli che lo amo, ho paura che sia un’espressione troppo forte. So bene che dentro il mio dirgli che lo amo c’è la domanda se lui mi ama, che non oso pronunciare per paura di vederlo allontanarsi con le mani nelle tasche del montgomery. Una donna innamorata è per forza una donna inquieta, dolente? […] La mia sventura è che non so essere leggera in amore. Vorrei buttarmi al collo dell’uomo che amo, ma ho così paura di spaventarlo che porgo umilmente il viso perché vi imprima un bacio. Lo amo di nascosto. Quando alza gli occhi su di me, nell’istante in cui coglie il mio sguardo, mi sintonizzo all’unisono con il suo umore. Divento l’innamorata che lui vuole che io sia. Mi infiammo a distanza, ma appena si avvicina, mi controllo. […] Come si fa quando i sentimenti straripano? Se uno li esprime male ottiene l’effetto contrario, Quando uno deve offrire dei fiori, non li dà con la corolla in basso e lo stelo all’aria, se no chi li riceve vede solo spine e ci resta male. Io faccio così con i sentimenti, li offro a testa in giù.

— Dal libro “Il valzer lento delle tartarughe” - Katherine Pancol

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