Rapsodia in agosto
Eravamo qui, in questo punto, quando suonarono le sirene. Io e Suzuchi allora guardammo lassù, all’orizzonte, oltre le montagne, in direzione di Nagasaki, ma non si vedeva niente. Tutto a un tratto, il cielo si squarciò in due. Ci fu un bagliore accecante e un occhio apparve nel cielo. Un occhio gigantesco che ci guardò con una cattiveria che non si era mai vista. Noi guardavamo l’occhio come annichiliti, e poi ci fu un grande tuono, e la terra si squassò. Suzuchi non riusciva più a muoversi, fissava il cielo con gli occhi spalancati, pieni di terrore. E da quel giorno fu come posseduto dall’occhio, e non fece altro che disegnarlo, come se non riuscisse a dimenticare. E neanch’io riesco a dimenticare. Quanta cattiveria in quell’occhio.
(Akira Kurosawa, 1991)
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