Una stanza tutta per sé

Nel mio discorso vi ho detto che Shakespeare aveva una sorella; ma non cercatela nella biografia del poeta scritta da Sir Sidney Lee. Morì giovane; ahimè, non scrisse mai una parola. Giace sepolta là dove ora si fermano gli autobus, di fronte ad Elephant and Castle.
Ora io credo che questa poetessa che non scrisse mai una parola e venne sepolta ad un crocicchio, viva ancora. Vive in noi e vive in me, e in molte altre donne che non sono qui stasera, perché stanno lavando i piatti e mettendo a letto i bambini. Ma lei vive; perché i grandi poeti non muoiono; sono presenze perenni: hanno solo bisogno di un’opportunità per tornare fra noi in carne e ossa. Questa opportunità, credo, cominciate ad essere in grado di offrigliela voi.
Perché io credo che se viviamo ancora un altro secolo - parlo della vita comune, che è la vera vita, e non delle piccole vite isolate che ognuno di noi vive come individuo - e riusciamo ad avere cinquecento sterline l’anno, ognuna di noi, e una stanza propria; se abbiamo l’abitudine della libertà e il coraggio di scrivere esattamente ciò che pensiamo; se usciamo un attimo dalla stanza comune di soggiorno e vediamo gli esseri umani non sempre in relazione l’uno con l’altro bensì in relazione con la realtà; e anche il cielo e gli alberi o ciò che si voglia; se guardiamo oltre lo spauracchio di Milton, poiché nessun essere umano ci può chiudere la visuale; se guardiamo in faccia il fatto, poiché si tratta di un fatto, che non c’è un solo braccio al quale appoggiarsi, ma che dobbiamo fare la nostra strada da sole e che dobbiamo essere in relazione con il mondo della realtà e non soltanto con il mondo degli uomini e delle donne, allora si presenterà finalmente l’opportunità, e quella poetessa morta, che era sorella di Shakespeare, ritornerà al corpo del quale tante volte ormai ha dovuto spogliarsi.
Attingendo la sua vita alla vita di quelle sconosciute precorritrici, come prima di lei fece suo fratello, lei nascerà. Che ritorni senza quella preparazione, senza quello sforzo da parte nostra, senza quella determinazione che, una volta rinata, possa vivere e scrivere la sua poesia, questo non possiamo aspettarcelo, perché sarebbe impossibile. Ma io sostengo che lei verrà, se lavoreremo per lei, e che lavorare così, pur nella miseria e nell’oscurità, vale la pena.

— Virginia Woolf

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