Frammenti d’interiorità

Anch’io, come tutti, ho imparato fin da bambina a non credere a tutto ciò che mi viene raccontato, neppure quando a parlare è qualcuno in cui ripongo la massima fiducia: la prima scuola è stata la favola di Babbo Natale, recitata dai miei genitori… Ma quant’acqua, da allora, sotto i ponti! E quanto esercizio, e quanta esperienza, nel mio studiare le persone! Oltre a tutto ciò, posso però farmi vanto anche di un pizzico di stregonesca intuizione. Quel prezioso saper leggere oltre le parole e le azioni di chi conosco piuttosto bene, quando sono fuorvianti o camuffate per celare qualcosa o per tentare un raggiro, e tuttavia non dare segno d’essermi accorta della mancata veridicità dell’accaduto. All’occorrenza io so barare, spacciando un’ingenuità che non mi appartiene, per prendermi il tempo di capire il perché di quel mentire. Far finta di non sapere, con alcune persone, a volte conviene, qualora quel mentire non copra nulla di grave. Così loro possono continuare a dormire i loro sonni tranquilli: io, invece… beh, io posso prendere con calma le misure dei miei eventuali provvedimenti, e, cosa certa, le misure dell’ormai ineluttabile distanza della diffidenza e della sfiducia.

G. Cerney

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