Austen

Dopo la colazione, cominciava a scrivere. Stava seduta davanti a una piccola scrivania di mogano, in una stanza di passaggio; e ogni volta che la porta scricchiolava annunciando l’arrivo di una domestica o della sorella o di una nipote, nascondeva il foglio pieno di caratteri chiari nel cassetto o sotto la carta assorbente. Avrebbe potuto avere, credo, «una stanza tutta per sé»: ma forse voleva scrivere, come molti scrittori che ho conosciuto, nella stanza di passaggio, proprio perché la porta scricchiolava, passavano la domestica e il nipote, si percepivano i suoni e gli odori, e lei non si sentiva esclusa dal cuore dell’esistenza.

— Pietro Citati, Le lettere della Austen

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