Buona biglia Nonno

Piccolo mio. Non è vero che da vecchi si diventa saggi. Io non mi sento saggio. Ho fatto tanti sbagli e mi sa che ne farò ancora. Però in tutto questo tempo una cosa l’ho imparata: il segreto di un buon flipper non è nelle luci, nei suoni, nella scenografia. Quelli sono richiami per allodole. Il segreto è progettare le sponde, le leve e i respingenti in modo che la biglia rimbalzi sempre con un angolo diverso. O almeno con un certo numero di angoli diversi, perché un flipper prevedibile non è un buon flipper. E c’è un’altra cosa che ho imparato: puoi giocare bene o male, essere il campione del bar o il bambino con un solo gettone, ma prima o poi la tua biglia finisce in buca. Perciò mi piacerebbe darti il benvenuto in questo mondo strano con l’augurio che noi ci scambiavamo da giovani: buona biglia. Ci ho messo un po’ a capire cosa vuol dire. Perché una volta per me significava: che la tua biglia rimbalzi per sempre e non finisca mai in buca, ma adesso so che questa non è una benedizione. Adesso preferisco augurarti che, lunga o corta, la tua sia una bella partita. Buona biglia Nonno.

— Paolo Cognetti, Una cosa piccola che sta per esplodere

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