La cinetica della poesia

Cambia l’intorno, ti adatti, evolvi, coevolve il resto intorno a te, ricambia l’intorno, ti devi riadattare, evolvi ancora, coevolve di nuovo il resto intorno a te e ricambia l’intorno. A volte va più veloce, a volte più lento. A volte sei quello che evolve per primo e tutto segue intorno a te, a volte sei quello che co-evolve perché gli altri. A volte sei semplicemente l’intorno. La pianta di ficus a casa di qualcuno che ad un certo punto viene spostata da una stanza all’altra per via di qualche effetto domino arrivato dall’alto e riprendi a vivere. O ad appassire.
C’è così poco di fortunoso o di (pre)destinato da sembrare del tutto casuale, ma come nella chimica, c’è una cinetica della reazione. Alcune reazioni hanno bisogno di tempo, energia, o anche solo di essere agitate a dovere. Alcuni elementi di essere riscaldati, acidificati o il contrario. Altre invece, esplodono al minimo contatto e altre ancora, senza un terzo elemento catalizzatore, non avverranno mai.
Ecco allora che ogni singola scelta si ripercuote nel nostro intorno con effetti diversi che a sua volta generano contemporaneamente nuove cause ed effetti ma ognuno con la sua cinetica. Il tempo, così, non va più inteso come una cosa di passaggio (“con il tempo passa tutto”), bensì come un momento necessario per terminare quella reazione da noi stessi innescata o che qualcun altro ha innescato in noi. Il risultato finale di un “addio”, di un “ti amo”, di un abbraccio e via dicendo non sarà, non arriverà sempre nello stesso istante.
Ma soprattutto, durante questo lasso di tempo si potranno aggiungere elementi nuovi o sottrarne di esistenti, in un gioco infinito che renderà impossibile prevederne un qualsiasi effetto finale. Per questo motivo ameremo sempre in maniera diversa e sempre in maniera diversa ci sembrerà come la prima volta. E questa è la poesia. Quel lato imprevedibile che nessuna scienza può analizzare e che resta tale perché noi facciamo in modo che resti tale. Un flebile lato oscuro che proteggiamo con cura per ritrovarci di nuovo in momenti di inspiegabile euforia, semplicemente perché è così.

Spaam

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