La fenice e la tortora

L’identità non era equivalenza: con la loro natura, unica pur sotto duplice nome, esse non contavano né per uno, né per due.
- La ragione, confusa da se stessa, vedeva l’unione nella loro divisione; assorbita l’una nell’altra, distinta una dall’altra, quelle creature si erano così bene assimilate, che si chiedevano come il loro due potesse formare un così armonico assolo; così che l’amore ha ragione, mentre la ragione, che pure dovrebbe aver ragione, ha torto, dal momento che vede una così bella unione là dove dovrebbe esserci una divisione.

— W. Shakespeare

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