Soluzioni

Non ci sono soluzioni ma dissolvimento di ciò che credevamo problemi. La stessa idea di soluzione è creata da ciò che definiamo un problema; il suo scopo è renderlo reale il più possibile. In questo modo la dimensione ideale diventa l’unica alternativa praticabile. Concludiamo che la prigione è la fuori e la libertà è dentro di noi ma la causa del problema nasce proprio dal senso di separazione tra interno ed esterno e la sua permanenza si nutre della nostra accettazione di etichette come: superiore o inferiore, fortunato o sfortunato, di più o di meno. La tensione è creata dal volere adattare la nostra realtà a queste etichette mentali , naturalmente, non possiamo che ricavarne ulteriori frustrazioni (nessuna etichetta, in generale, ha una qualità commestibile). La frustrazione è alimentata dal tentativo di riempire con qualsiasi cosa la realtà di spazio che noi siamo in tutte le dimensioni: relativa, assoluta, trascendente. Lo spazio è la tua presenza, senza il “mio” che introduce soggetti e oggetti da etichettare. Tu non sarai mai un insieme di cose solo belle o solo brutte ma sei e sarai sempre soltanto spazio in cui esse possono esistere, con la fantasia e concretamente, parzialmente come totalmente. Presenza - spazio - consapevolezza: non sono tre cose diverse tra loro ma un flusso indistinto, un’unica acqua e una sola sorgente.

— Deva Sakshin

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