Il mio sorriso migliore

Stavolta il mio Buongiorno non viene da un libro di poesia o da un romanzo, non è un graffito letto per strada o su web. Ma è la frase di un’amica con cui stavo chiacchierando (anzi “chattando”, visto che viviamo separate da fiumi, chilometri, confini) stamattina. L’ho vista di recente in un posto assurdo ma a suo modo bello: il Bistrot Centrale della Stazione Centrale di Milano, al mattino presto (lei è una pendolare ed era l’unico modo per incontrarci). E come al solito sono rimasta colpita da – come posso dirlo? – la sua luminosità. La cura con cui si veste, i dettagli (quel mattino erano delle sneakers con una gonna lunga e plissettata), il trucco (io mi metto solo il rossetto e anche quello molto stropicciato), la luce irradiante. E’ una persona-radiatore (avete presente il Buongiorno che ho rubato a Julian Fellowes, “Il mondo si divide in fogne e radiatori”?). E stamattina, mentre parlavamo di stanchezza e impegni e fretta e discorsi da lunedì mattina anche se è mercoledì, quando le ho detto che lei però è sempre così bella “nonostante”, mi ha detto, semplicemente: “Io ho deciso di indossare ogni giorno il mio sorriso migliore”. So che è vero, e voglio provare a farlo – sempre – anch’io. Non è mai troppo tardi. Grazie, Valeria.

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