La marchesa di O…

Allora egli raccontò numerosi particolari, interessanti perché riguardavano la sua passione per la marchesa: come, durante la malattia, lei sedesse costantemente accanto al suo letto, ed egli, nel calore della febbre, confondesse sempre la visione di lei con la visione di un cigno che aveva visto da ragazzo nella tenuta di suo zio; soprattutto l’aveva commosso un ricordo: un giorno aveva gettato del fango contro quel cigno, e l’animale si era tuffato sott’acqua, in silenzio, ed era riemerso bianco e puro dalle onde; lei nuotava sempre su onde infuocate, ed egli la chiamava Thinka, che era appunto il nome di quel cigno; ma non riusciva mai ad attirarla vicino a sé, poiché le piaceva soltanto scivolare, gonfiando le piume; e, tutto a un tratto, facendosi di brace, assicurò che l’amava in modo straordinario, riabbassò gli occhi sul piatto e tacque.

Heinrich von Kleist

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