Il malinteso

L'amore che nasce dalla paura della solitudine è triste e forte come la morte. Il suo desiderio di Yves, della sua presenza, delle sue parole, somigliava a una cupa follia. Quando era lontana da lui, si torturava a immaginare che cosa facesse, dove fosse, con chi. Quando riposava tra le sue braccia, l'angoscia del domani era così acuta che a poco a poco le avvelenava tutto il piacere. Abbandonata sul suo petto, riscaldata dalle sue carezze, non riusciva a distogliere la mente dall'ora - forse l'ultima! - che fuggiva così in fretta, troppo in fretta… A volte, appena suonavano le sette, si abbarbicava a Yves come se stesse annegando, talmente pallida e tremante da farlo preoccupare. E quando tentava di spiegargli il suo comportamento, lui le accarezzava la fronte come a una bambina malata e sospirava: “Povera piccola…”. Ma lui non capiva quel bisogno tutto femminile di sicurezza, quel desiderio ossessivo di averlo accanto e quella specie di paura di perderlo, come se, a parte lui, non esistesse nient'altro al mondo.

— Irène Némirovsky

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