Felicità
1. Non credere che la felicità possa dipendere dal benessere materiale. Poggia su fragili basi chi è contento dei beni che vengono dall'esterno: ogni gioia che viene dal di fuori se ne andrà. Quella che invece nasce dal proprio animo è salda e sicura cresce e ci accompagna fino alla morte: tutti gli altri beni ammirati dal volgo durano solo un giorno. “E allora? Non possono essere utili e piacevoli”. Chi dice di no? Ma solo se essi dipendono da noi e non noi da essi.
2. Tutte quelle cose che dipendono dalla fortuna possono procurare gioia utilità solo chi le possiede è padrone anche di se stesso e non schiavo di quello che possiede.
Si sbaglia infatti, Lucilio, chi crede che la fortuna ci dia qualche bene o qualche male: ci dà la materia del bene e del male e i principi di quelle cose che noi trasformeremo in male o bene. L'animo infatti è più forte di ogni fortuna e guida la sua condotta verso una delle due parti ed è la causa della sua felicità o della sua infelicità.
— Seneca, Lettere a Lucilio
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